Manicure fatta.
Colore fatto.
Il pedicure regge anche se è passata una settimana da quando l’ho fatto.
Ho tirato fuori i vestiti più carini.
“Ma questo l’avevo portato??
“I capelli mi stanno bene? Quasi quasi quasi mi porto la piastra…”
Questa è la lista delle cose spuntata prima di partire.
Ogni volta che devo andare a Dubai mi sento un po’ impreparata.
Non vedo l’ora, ma mi sale anche l’ansia da prestazione.
Perché noi gente di Kuwait ci sentiamo come Pozzetto che arriva a Milano.
Siamo i cugini di campagna che arrivano nella metropoli.
Tutto ci stupirà.
E’ inevitabile per noi fare confronti.
Cosa avranno costruito di nuovo in questi sei mesi?
Quale nuovo trend ci sarà?
E la nuova attrazione fantasmagorica qual è?
Così come è inevitabile che mia figlia continuerà a dirmi: “Mamma ma perché questo non c’è in Kuwait??”, salvo poi dirmi lei stessa: “Ok, mamma la smetto, è inutile chiederlo”.
Pure ai suoi occhi di ottenne pare strano che a solo 1 ora di volo possa trovarsi un paese così diverso.
E non parlo solo della possibilità di bere alcool, mangiare salumi, trovare dei ristoranti stellati o della night life, perché sono cose che lei nemmeno sa esistano a Dubai.
E non parlo nemmeno dei complessi sportivi, le scuole, alcune facility che mi sembrano da extraterrestri.
Quando abbiamo partecipato alle competizioni di nuoto, tra tutte le scuole british del Middle East, noi piccola scuola del Kuwait sembravamo ancora più piccoli. Non solo per la grandezza del palasport, ma anche per le dimensioni delle squadre delle scuole di Dubai.
I bambini avevano tutti costumi professionali.
Un team poi era davvero pazzesco ed infatti ha vinto un bel po’. Ho sentito che avevano anche un mental coach.
Ma quello che che stupiva mia figlia erano cose legate alla vita di tutti i giorni. Del quotidiano.
E’ finita l’acqua? Non c’è problema la ordino e in due ore arriva a casa.
Idem per la benzina.
Vengono a fartela sotto casa. Prenoti e loro sono lì all’ora che vuoi.
Per me, che spesso non mi accorgo di essere in riserva e poi mi sale l’ansia che ci vogliono chilometri per trovarne uno, è una cosa fantastica.
Anche io posso ordinare con una app, ma la spesa mi viene consegnata il giorno dopo.
E la bellezza dei supermercati?? La varietà immensa del cibo, la pulizia.
Loro a Dubai hanno anche interi supermercati dedicati ai prodotti eco friendly.
Mia figlia è rimasta colpita anche dai festeggiamenti di Halloween.
Ha potuto fare “dolcetto e scherzetto” perché un intero compound lo festeggiava.
Circostanza da noi impensabile visto che non è ben vista come festività.
Per non parlare della gente ben vestita, truccata.
Molte meno donne velate.
Costumi molto osé.
E poi quanti italiani in giro!
Mia figlia è rimasta molto colpita perché, andando in giro, sentiva tante persone parlare italiano.
Tra i turisti e la comunità degli italiani, qui è davvero molto comune imbattersi in connazionali.
Mi veniva da commentare tutto alla Pozzetto.
Hai finito la benzina?? Taaccc eccola qui la soluzione.
Vuoi il tovagliolo eco friendly?? Taacc…
Vuoi farti una sciata?? Taacc la pista dentro a un mall.
Io ci scherzo su, ma andare a Dubai dà alla testa.
E noi cugini di campagna si sa che poi, dopo ogni visita, andiamo in tilt.
Per fortuna sono stata ospite della mia amica Elena e ho fatto un po’ di sana vita normale.
Se no tutte quelle emozioni chi le reggeva!
Ciao Dubai, ci vediamo tra sei mesi.
Giura però di non farmi girare troppo la testa.
Anche voi vivete vicino a un posto completamente diverso dalla vostra città?
Così diverso che a dividerlo non sembra ci sia solo 1h di volo ma 50 anni??
Ma poi come finiva l’avventura del cugino di campagna a Milano io mica me lo ricordo.
Secondo me tornava in campagna come me.
Mimma, Kuwait